
Al bivio: Riequilibrare il potere economico UE-USA
Per decenni, l'economia transatlantica è stata il gigante silenzioso della globalizzazione: due blocchi che commerciavano e investivano l'uno nell'altro su scala massiccia, mantenendo le loro partite correnti ampiamente bilanciate e tessendo fitti legami finanziari, tecnologici e di servizi che hanno sostenuto la crescita su entrambe le sponde dell'Atlantico. Il nuovo studio del CEPS/Parlamento europeo chiarisce che questa parte non è cambiata: i legami economici tra l'UE e gli USA sono ancora tra i più profondi al mondo e rimangono la spina dorsale della prosperità europea. Ciò che è cambiato è tutto ciò che lo circonda: Le priorità strategiche degli Stati Uniti, l'ascesa della Cina, il ritorno della politica industriale e il crescente divario in termini di tecnologia e produttività. Questi cambiamenti rendono l'asimmetria di lunga data dell'Europa - economicamente interdipendente con gli Stati Uniti, ma strategicamente più dipendente dagli Stati Uniti - più visibile e meno confortevole. Parlement Européen
Lo studio parte da una semplice constatazione: se si considerano solo gli scambi commerciali e i flussi di capitale, la relazione appare ancora incredibilmente uniforme. Gli stock di investimenti statunitensi in Europa e quelli europei negli Stati Uniti sono entrambi enormi; le aziende europee producono negli Stati Uniti e da lì esportano a livello globale; il commercio di servizi, una volta incluso correttamente, mantiene il conto corrente USA-UE vicino allo zero. Si tratta di una partnership, non di un rapporto patrono-cliente. Tuttavia, nel momento in cui si esce dalla pura economia e si passa alla difesa, agli standard tecnologici, alle piattaforme digitali, all'intelligenza artificiale, l'Europa si appoggia chiaramente alle capacità americane. Questo era accettabile nel dopoguerra, quando la leadership statunitense nella NATO, nel sistema del dollaro e nelle istituzioni multilaterali era data per scontata. È più problematico in un mondo in cui Washington sta riorganizzando le sue priorità ed è sempre più disposta a usare il potere economico come strumento geopolitico. Parlement Européen
Questa crescente tensione è rafforzata dalle divergenze macro e strutturali. Sulla base dei dati attuali, gli Stati Uniti stanno gestendo un mix di mercati azionari più forti, aumenti di produttività più concentrati e guidati dalla tecnologia e un orientamento politico che è allo stesso tempo protezionista, selettivo e interventista. L'UE, invece, deve fare i conti con prospettive di crescita più deboli, una produttività più lenta e una struttura economica che distribuisce i guadagni in modo più uniforme, ma che raramente produce il tipo di imprese superstar che ridefiniscono un settore. Il rapporto osserva che la produttività degli Stati Uniti è probabilmente destinata ad aumentare, soprattutto perché gli investimenti legati all'IA si concentrano in un gruppo di imprese americane molto grandi e altamente capitalizzate. Il modello europeo è più equilibrato dal punto di vista sociale, ma proprio questo equilibrio rende più difficile eguagliare la velocità degli Stati Uniti alla frontiera tecnologica. Quando queste differenze strutturali si sommano all'apprezzamento dell'euro e alla maggiore assertività politica degli Stati Uniti, il rischio di un futuro disallineamento aumenta. Parlement Européen
Per questo motivo, gli autori inquadrano il futuro non come un unico percorso ma come tre traiettorie plausibili. La prima è essenzialmente "more of the same": continua l'interdipendenza, ma l'UE rimane esposta alle decisioni degli Stati Uniti in materia di sicurezza, controlli tecnologici, sanzioni e sussidi industriali. Questo percorso preserva i vantaggi economici, ma mantiene l'Europa vulnerabile ogni volta che la politica interna degli Stati Uniti si rivolge verso l'interno o si scontra con il mondo. Il secondo è la "divergenza gestita": Bruxelles accetta che Washington a volte si muova unilateralmente, quindi l'UE investe per ridurre le sue dipendenze strategiche - input di difesa, stack digitali incentrati sugli Stati Uniti, canali finanziari specifici - mentre cerca di mantenere aperte le principali arterie economiche. Questo è lo scenario più realistico, ma richiede tempo, unità e investimenti. Il terzo, chiaramente il meno attraente, è una "svolta antagonista", in cui le dispute commerciali, la corsa ai sussidi, i controlli sulle esportazioni e i disaccordi geopolitici si alimentano a vicenda fino a frammentare lo spazio transatlantico. Nessuna delle tre soluzioni risolve completamente il dilemma dell'Europa, ed è per questo che il rapporto insiste sul fatto che l'UE "non ha altra scelta se non quella di rafforzare la propria preparazione per dare forma a una relazione più equilibrata". Parlement Européen
Preparazione, in questo contesto, non è uno slogan; è istituzionale. Il documento dice chiaramente che gli attuali strumenti di controllo del Parlamento europeo non sono abbastanza agili per l'odierna diplomazia economica UE-USA in rapida evoluzione. Le controversie commerciali possono scoppiare prima ancora che il Parlamento sia formalmente informato; le divergenze normative in materia di finanza, dati o industria verde possono apparire a Washington con poco preavviso; e i tradizionali forum multilaterali che un tempo offrivano all'Europa un contrappeso al potere degli Stati Uniti sono essi stessi più deboli. La risposta, secondo lo studio, consiste nell'installare meccanismi di allerta precoce all'interno del Parlamento, in modo che gli eurodeputati possano individuare prima i cambiamenti macroeconomici, commerciali e normativi transatlantici, e nell'utilizzare maggiormente i canali diretti con le controparti statunitensi quando i contesti multilaterali non danno risultati. Un'UE politicamente più frammentata non può permettersi di essere lenta sui dossier più importanti per la sua prosperità. CEPS
L'intera analisi è caratterizzata da un'osservazione silenziosa ma decisa sul tempo. Non si può passare da una dipendenza asimmetrica a un partenariato più equilibrato da un giorno all'altro, soprattutto quando l'Europa beneficia ancora enormemente delle garanzie di sicurezza e dell'accesso ai mercati finanziari statunitensi. Ci vorrà unità interna, sforzi deliberati per tagliare le dipendenze più sensibili e una più chiara articolazione di dove l'UE è disposta ad allinearsi con le strategie geoeconomiche statunitensi e dove no. L'alternativa è lasciare che le relazioni vadano alla deriva, nel qual caso l'attuale combinazione - intrecci economici e dipendenze strategiche - sarà sempre più decisa da Washington, non da Bruxelles. Parlement Européen
Fonti: Studio CEPS/Parlamento Europeo, "Risks and Opportunities in Evolving EU-US Financial and Economic Relations", autore esterno Cinzia Alcidi, richiesto dalla Commissione ECON, novembre 2025; pagina di pubblicazione CEPS per lo studio. CEPS+1